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17 nov 06: NESSUN GOVERNO E’ AMICO
Fri, 17 Nov 2006
NO ALLA PRECARIETÀ DI LAVORO E DI VITA
Il 17 novembre 06 è giornata di sciopero generale contro una legge finanziaria che evidenzia la continuità tra l’attuale governo e quello precedente. E che fra l’altro, mentre taglia i fondi per la scuola e la sanità, aumenta i finanziamenti per le missioni militari di guerra. Ci mobilitiamo contro le leggi e le politiche economiche neoliberiste che rendono la precarietà l’unica certezza per milioni di uomini e donne come noi. Conosciamo l’umiliante ricerca di un contratto di lavoro (qualunque esso sia), l'estinzione del confine tra il tempo di lavoro e il tempo di vita, l’impossibilità di costruirsi un progetto di vita e non una vita a progetto. Conosciamo la frustrazione di rimandare un sogno di maternità a un improbabile futuro un po’ più stabile, la consapevolezza della mancanza di tutele a cui andiamo incontro se non vogliamo o non possiamo ricorrere all’istituzione giuridica del matrimonio, la flessibilità che imponiamo alle nostre vite per adattarle alle esigenze del mercato produttivo. Il 17 novembre siamo in piazza a chiedere la cancellazione della legge 30 e del pacchetto Treu. Vogliamo il rispetto dei diritti sul lavoro e la stabilizzazione dei lavoratori atipici attraverso assunzioni a tempo indeterminato. Per liberarci dal ricatto della precarietà a vita e della discontinuità lavorativa imposta dal mercato, vogliamo continuità di reddito, erogato in forma monetaria e in servizi pubblici realmente accessibili: scuola, sanità, trasporti. Rifiutiamo le politiche di esternalizzazione e privatizzazione dei servizi. A Brescia l’ultimo esempio di questo processo è la trasformazione delle RSA (Residenze Socio Assistenziali) pubbliche in una fondazione privata che porterà ad un peggioramento delle condizioni di lavoro e della qualità del servizio. Chiediamo l’abolizione della legge Bossi-Fini e il superamento di una pericolosa politica che vede i migranti solo come manodopera a basso costo e mai come portatori di differenze, ricchezze, bisogni e diritti. Perché la libertà di circolazione delle persone deve essere un diritto inalienabile e non può essere subordinato ad un contratto di lavoro, tanto più se precario. Chiediamo che si ponga fine questa forma moderna di schiavismo e che vengano chiusi definitivamente i lager di Stato, impropriamente detti Centri di Permanenza Temporanea, che questo governo continua a mantenere e finanziare. I migranti sono in carne ed ossa la rappresentazione più esplicita e drammatica della condizione di precarietà sociale e lavorativa che in molte forme investe ormai la grande maggioranza della popolazione. Oggi è anche giornata di mobilitazione studentesca internazionale. Anche nel campo dell’istruzione e della formazione questo governo non ha sinora dimostrato una discontinuità. La riforma Moratti non viene messa in discussione, la scuola pubblica viene mortificata e privata di risorse a vantaggio degli istituti privati, la cultura viene mercificata e svenduta al migliore offerente, l’accesso ai saperi e il diritto all’istruzione sono ormai vincolati ad una chiara selezione di classe. Per la gran parte degli studenti l’unica prospettiva certa diventa la precarietà formativa e poi lavorativa. Non siamo più disposti ad aspettare. I nostri tempi non sono i loro tempi.
I nostri sogni non si accontentano delle loro promesse. I nostri bisogni non conoscono mediazioni. Il nostro tempo è qui e comincia adesso. c.s.a. Magazzino 47 |