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15 aprile 2005 EXA 2005
Fri, 10 Jun 2005
a guerra è bella ad aprile perché il mondo è diventato ostile / deve capire bene dove arriva il mio cortile / dove c'è petrolio lì c'è spazio vitale / dove c'è un mercato c'è un corridoio al mare / soldato va, fa il tuo mestiere, servi a dovere, uccidi e fai capire chi ha il potere / obbedisci agli ordini del generale / se va male piangeremo tutti al tuo eroico funerale / tu vuoi tornare a casa dalla tua fidanzata / ma io devo incassare la mia quarta rata / tutto per la patria amata, sono miliardi / non vorrai la pace adesso come quei codardi / la pace è un'invenzione, la pace è un'illusione / la pace è una bandiera colorata appesa sul balcone / la guerra è un affare, un affare e un dovere / preghiamo pure per la pace / ma la guerra è un piacere. assalti frontali
la
nostra città - le loro armi, la loro guerra Ogni minuto nel mondo muore una persona a causa delle armi leggere, che l'Onu definisce "di distruzione di massa". I principali produttori ed esportatori mondiali di armi sono i Paesi forti del G8. I principali acquirenti sono nei Paesi poveri, la cui sovranità è compromessa proprio dal dominio imperiale dei Paesi forti e dove i diritti umani sono sistematicamente violati nell'imperversare delle guerre civili. Quanto più gravi sono le condizioni di povertà e sfruttamento, tante più armi sono in circolazione. brescia,
aprile '005 EXA, ARMI LEGGERE
per GUERRE PE$ANTI
L'Italia è il secondo produttore
mondiale di armi leggere e a Brescia è l'80% dell'intera produzione
nazionale. E a Brescia si svolge Exa, nel mondo la terza più importante
esposizione di armi leggere. Accessibile ad un vasto pubblico di adulti e
bambini, la mostra propone ai suoi visitatori l'idea che le armi siano per
ciascuno normale strumento di regolazione delle relazioni, un prodotto di
consumo come tutti gli altri. Protagonisti della mostra sono proprio i
potentati economici che vorrebbero in Italia una maggiore liberalizzazione del
porto d'armi, sul modello statunitense. Dietro la vetrina allestita con
fucili da caccia, pistole e capi d'abbigliamento per l'outdoor, Exa è per la
lobby armiera occasione irrinunciabile per promuovere soprattutto marchi di
fabbrica e armi da guerra, civili e da difesa personale, strumenti per la
repressione antisommossa. Acquirenti sono eserciti, polizie, imprese private
della "sicurezza" e singoli cittadini di tutto il pianeta. Azienda leader di Exa è la Beretta
di Gardone Valtrompia, fornitrice fra l'altro di pistole all'esercito degli
Stati Uniti e al nuovo esercito irakeno, nel mezzo di una guerra e di
un'occupazione militare. Per la lobby armiera tutto
questo è il fiore all'occhiello dell'imprenditorialità economica bresciana. A
nostro avviso invece, trarre affari e potere della produzione e vendita di
morte, facendosene pure vanto, rimane cosa cinica e criminale. la
produzione armiera e la mostra che la promuove devono smettere di esistere ai
lavoratori vanno garantiti reddito e/o occupazione in altri settori produttivi Siamo contro la guerra nel tempo
dell'impero e della guerra globale, che è oggi normale dispositivo
politico-militare per ordinare attraverso la violenza del più forte tanto le
relazioni su scala planetaria quanto i rapporti sociali sui fronti interni. Nelle nostre città i segni
della guerra sono le armi e le truppe che partono per il fronte, l'informazione
embedded, le servitù militari come la base di Ghedi, che ospita bombe nucleari
senza che alla popolazione locale sia riconosciuto nemmeno il diritto di essere
informata. Ma sono guerra di bassa
intensità anche le politiche securitarie e di controllo che diventano senso
comune proprio grazie ad eventi come Exa. Esse identificano sicurezza e
benessere con militarizzazione del territorio e difesa da presunti nemici,
alimentano la paura del diverso indicato come pericolo, contribuiscono alla rottura
del legame di solidarietà sociale, legittimano discriminazioni e precarietà
estrema per migranti (fino alla barbarie dei Centri di detenzione
per i senza permesso di soggiorno) e per tutti gli esclusi. Intanto i diritti universali
di cittadinanza diventano target da colpire anche con le leggi che
precarizzano il lavoro il reddito e la vita di tutti e che privatizzano servizi
pubblici e beni comuni. Il patrimonio comune di
democrazia sostanziale è il vero bersaglio anche dei processi e delle sentenze
di condanna che stanno colpendo gli attivisti dei movimenti per la
globalizzazione dei diritti, così come dei tentativi sistematici di aggressione
da parte dei fascisti contro le comunità ribelli dei centri sociali. Nei giorni dal 15 al 17 aprile,
in concomitanza con la mostra delle armi, siamo nelle strade della nostra città
insieme a molti altri come noi e diversi da noi per affermare che un altro
mondo è possibile, qui ed ora. Per mettere al bando la mostra delle armi,
per disertare e sabotare la guerra globale permanente, la precarizzazione
delle nostre vite, la discriminazione sociale. diritto
di resistenza al dominio dei padroni del mondo - contro la loro guerra e loro armi – per la sicurezza dei diritti sociali – per
una buona vita – per la pace – apriamo conflitto
così
inizia il nostro count down verso MAYDAY 2005 – I MAGGIO - MILANO - EUROPA centro sociale Mag47, Brescia |