Fri, 10 Jun 2005
Bush stay home!
“insegniamo ai nostri
ragazzi ad uccidere la gente con il napalm ma i loro comandanti non gli
permettono di scrivere cazzo sui loro aerei perché è osceno”
F. F. Coppola, Apocalipse Now.
...a chi non entra in crisi di fronte al "male"
e all'"inafferrabile" della moltitudine,
a chi crede che "molto spesso una crisi è
un eccesso di lucidità",
a chi ama la strada, le eresie, l’oscenità della
rivoluzione, la dismisura.
E smisuratamente vuole Bush fuori da Roma e
dalla storia
HIC
SUNT LEONES. Così scrivevano i romani e i
cartografi dell’impero antico laddove, come in Africa, si estendevano terre
inesplorate. Meglio, terre non addomesticate, non attraversate dagli stessi
codici di comando. Insomma, hic sunt leones, un modo per dire “fuori controllo”.
ROMA, 4 GIUGNO, QUI LA GUERRA NON PASSA
A Roma quel giorno
arriva il criminale texano falco dei neo-cons, truffatore elettorale, bieco
mandante dei torturatori, signore della Guerra infinita e preventiva che sta
mettendo a rischio la vita di noi tutti alimentando uno scontro di civiltà
senza precedenti. Proprio lui, George W. Bush. Nel 60° anniversario della
liberazione di Roma dal nazifascismo, attraverserà la città chiusa e vietata
alla città assieme al più fedele dei suoi vassalli, Berlusconi, e con una
scorta di 10.000 robocop che la retorica giornalistica definisce impropriamente
forze dell’ordine.
Per celebrare la guerra globale
permanente, l’occupazione militare dell’Iraq, la spartizione delle risorse di
quel Paese fra le grandi imprese multinazionali. La logica è semplice: “fermi
tutti! arriva il liberatore di un tempo, il conquistatore che ha fermato la
storia e che restituisce democrazia civilizzando i barbari e i refrattari alla
sacra legge del capitale”. Questo schiamazzeranno le penne prive di dignità e
la questura, il governo e chi appende la bandiera dell’Italia felice di aver
ritrovato la patria pensando che di sicuro mai gli capiterà di salire su un
treno o metrò preso di mira dalla guerra globale terrorismo contro terrorismo.
A noi la memoria ancora dice che
la liberazione dal nazifascismo fu anzitutto storia di uomini e donne che
contro la guerra e l’occupazione militare scelsero di disertare e di passare
dalla parte della resistenza, con le armi o senza, con il boicottaggio, la
disobbedienza attiva, lo sciopero, la non collaborazione.
Noi uomini e donne, oggi come
allora, vogliamo Roma città aperta e resistente alla guerra e al fascismo.
Vogliamo liberazione. Come in Palestina e Iraq, specchi fedeli della violenza
che l’impero rovescia sul mondo intero: sfruttamento selvaggio, esclusione
sociale, appropriazioni indebite da parte di pochi delle ricchezze e dei beni
comuni, devastazione ambientale, guerra, torture e detenzioni arbitrarie, i
civili come bersaglio degli eserciti. Come a Genova, nel luglio 2001.
Vogliamo
un presente di pace e diritti. L’alternativa è l’orrore quotidiano al quale ci
vorrebbero assuefatti. Siamo per il boicottaggio attivo e diffuso degli
interessi economici coinvolti nella guerra e nell’occupazione dell’Iraq. Siamo
per il ritiro immediato delle truppe. Siamo per le iniziative di comunicazione,
informazione, mediattivismo le più diverse che contribuiscano ad allargare
ancor di più il dissenso e l’opposizione concreta alla guerra, nei gesti
quotidiani di ciascuno come nell’azione collettiva e in quella di piazza.
Siamo per il diritto a
disertare e resistere alla guerra e ai suoi signori.
Siamo a Roma il 4 giugno, per partecipare alla manifestazione del
pomeriggio e per essere già dalla mattina insieme a tutti coloro che intendono
bandire la presenza di G. W. Bush anche attraverso azioni di protesta,
conflittualità e resistenza civile, in forme comunicative ma determinate,
facendo sì che i blocchi della circolazione siano pratiche reali, flessibili ma
efficaci, tali da ostacolare concretamente la passerella di Bush e Berlusconi,
tali da esprimere boicottaggio attivo degli interessi collegati alla guerra. Mettendo allo stesso tempo in primo piano
un’attitudine aperta e creativa, includente, capace di coinvolgere con modalità
differenti soggettività differenti, uomini e donne, lavoratori, precari e
studenti.
Per definire una nuova cartografia
della città di Roma, per rovesciare le zone rosse, per indicare dove la guerra
non passa. Hic sunt leones.
Appuntamento per tutti/e alla stazione ferroviaria di Brescia
giovedì 3 giugno in serata (orario in via di definizione).
per
info, aggiornamenti, iscrizioni ascolta radio onda d’urto e chiama il numero
03045670
Centro sociale Mag47