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spazio liberato, aperto al pensiero critico, che produce conflitto, socialità alternativa e sapere autonomo
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11 Gennaio 2004 Salda i tuoi conti,
Reclama reddito
Fri, 10 Jun 2005
SALDA I
TUOI CONTI, RECLAMA REDDITO!! Andando a fare la spesa tutt* ci
accorgiamo che con gli stessi soldi compriamo la metà di quello che
compravamo negli anni scorsi, vediamo tutt* che i prezzi dei beni di
consumo e le tariffe dei servizi spesso sono addirittura raddoppiati. Secondo
le stime delle associazioni dei consumatori gli aumenti dei prezzi su base
annua oscillano tra il 20 e il 30%! E non sono certo i saldi di fine
stagione, veri o falsi che siano, a poter cambiare questa realtà! In questi giorni persino i grandi opinionisti dell’informazione e svariati esponenti dei ceti politici che ogni quattro anni ci chiedono il voto si sono accorti dell’impoverimento generale, che colpisce soprattutto le classi sociali meno abbienti. Ma la loro risposta principale è la solita disastrosa presa in giro: ci dicono che dobbiamo sperare nel cambiamento della congiuntura di mercato e che è necessario proseguire sulla via della liberalizzazione economica e delle privatizzazioni... Cioè della riduzione dei diritti sociali e del lavoro. E’ così che almeno una certezza ce la danno: i ricchi continueranno a diventare più ricchi, la stragrande maggioranza dei cittadini più povera. Al di là delle menzogne di chi
vuole che le cose continuino in questo modo, la realtà è sotto gli occhi di
tutti. Le retribuzioni sono quasi ferme e spesso i contratti collettivi
restano senza rinnovo per anni dopo la scadenza, o addirittura vengono
disattesi dalle aziende, come nel caso degli autoferrotramvieri. Gli stessi lavoratori del commercio
sono alle prese con lo strapotere e l’arroganza delle direzioni aziendali, con
mancati rinnovi contrattuali, salari del tutto inadeguati al costo della vita,
condizioni di lavoro pessime, ricatti, perdita di tutele e aumento della
precarizzazione. Siamo come loro e siamo al loro fianco nelle lotte per i
diritti e per il reddito. Per tutti, i diritti sociali
fondamentali – la casa, la salute, i trasporti pubblici, la scuola, la
socialità, la pensione – vengono trasformati in “opzioni”, fruibili a condizione
di poterle pagare a caro prezzo, come vogliono il neoliberismo e la logica
malata della massimizzazione del profitto e della competizione selvaggia nel
mercato globale. Per i giovani che entrano nel
mercato del lavoro la prospettiva più diffusa è diventare co.co.co., lavoratori
delle cosiddette cooperative, intermittenti, a chiamata, chain workers…
affittati. Precari nell’occupazione e nel reddito, con ogni progetto di
vita a termine, in scadenza, ostaggio dell’incertezza. E tutto questo proprio mentre il lavoro e la produzione richiedono sempre di più a ciascuno formazione, sapere, creatività, capacità comunicativa e sono oggi più che mai espressione della cooperazione sociale fra tutt*. Siamo lavoratori,
studenti-lavoratori, precari e come tutt* facciamo fatica ad arrivare alla fine
del mese. Siamo stufi di constatare ogni giorno che al diritto ad una vita
dignitosa viene imposto un prezzo in costante aumento, quando paghiamo
l’affitto, quando prendiamo l’autobus o il treno, quando compriamo i
medicinali, quando paghiamo le tasse scolastiche, quando compriamo i libri,
quando vogliamo andare al cinema o a ballare, quando chiediamo socialità. Quando facciamo la spesa… Oggi vogliamo fare la spesa a
prezzi calmierati, più equi, che tengano conto delle retribuzioni e del costo
della vita. E invitiamo tutti a fare come noi, perché questa è
un’azione legittima e di buon senso. Gli estremisti e i provocatori sono altri.
E’ nei palazzi della politica e delle grandi imprese della produzione e della
distribuzione che stanno i ladri, gli speculatori, i privatizzatori e gli
accaparratori dei servizi pubblici e dei beni comuni, gli eversori delle nostre
vite. La vicenda Parmalat ne è solo l’ennesima conferma! E’ GIUSTO CHIEDERE CHE GLI AUMENTI DEI PREZZI UNA VOLTA TANTO NON SIAMO NOI A PAGARLI MA CHI LI DECIDE, CHI GESTISCE LA GRANDE DISTRIBUZIONE E SPECULA SULLA TESTA DELLE CATEGORIE SOCIALI MENO ABBIENTI. CHIEDIAMO
UNA RIDUZIONE DEL 15% DEL PREZZO COMPLESSIVO DEI BENI CHE ACQUISTIAMO OGGI IN
QUESTO SUPERMERCATO
DIRITTI E
REDDITO PER TUTTI E TUTTE!
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