PERCHE’ UNA CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO
Siamo i popoli che a decine di milioni hanno
manifestato in tutto il mondo il 15 febbraio, per dire no alla guerra in Iraq,
no alla dottrina della guerra preventiva di Bush, no a chi considera la guerra
come uno strumento attraverso cui attuare politiche di controllo e di dominio
del mondo. L’obiettivo dichiarato da Bush, voler disarmare l’Iraq perché detiene
armi di distruzione di massa, è la palese menzogna che nasconde il vero obiettivo
della politica dell’amministrazione statunitense: esercitare il controllo politico
ed economico nel mondo e mettere le mani sul petrolio irakeno. Dopo la guerra
del Golfo nel 1991, infatti, le compagnie petrolifere americane sono state escluse
dalla gestione dei pozzi irakeni, che forniscono petrolio in quantità inferiore
solo all’Arabia Saudita. La deposizione di Saddam e l’instaurazione di un protettorato
statunitense in Iraq rappresentano, per l’amministrazione Bush e per gli interessi
delle multinazionali del petrolio, la garanzia di una presenza strategica in
Medio-Oriente e di profitti stellari. Il prezzo da pagare, in termini di vite
umane tra la popolazione civile, probabilmente verrà archiviato nella categoria
degli “effetti collaterali” della guerra.
Noi ci opponiamo e ci opporremo a questi
scenari: con manifestazioni nelle piazze delle città e davanti alle basi militari,
con azioni dirette, con iniziative simboliche, con pratiche di boicottaggio,
che si pongano l’obiettivo di bloccare la macchina della guerra. I blocchi dei
treni della morte, effettuati in questi giorni, forniscono un esempio di come
si possa opporsi concretamente alla guerra, con azioni pacifiche che siano capaci
di mettere dei granelli di sabbia nell’ingranaggio della macchina bellica.
Crediamo che l’opposizione alla guerra possa
realizzarsi anche con azioni semplici, che ciascuno di noi può fare ogni giorno,
e che raggiungano lo scopo di colpire gli interessi economici di chi alla guerra
si sta preparando. Rifiutarsi di fare il pieno di benzina alle pompe delle compagnie
statunitensi può essere uno tra i tanti modi per esprimere il rifiuto delle
logiche economiche che sottostanno alla guerra preventiva in Iraq: per queste
multinazionali, anche una piccola riduzione percentuale dei profitti rappresenta
un danno enorme. Per questo invitiamo tutti e tutte al boicottaggio delle compagnie
petrolifere statunitensi, e in particolare di quelle che fanno parte del gruppo
Exxon Mobil.
La Exxon Mobil è infatti la più grande multinazionale
del pianeta e l’ottava economia mondiale (con un fatturato annuo inferiore solo
al prodotto interno lordo dei sette Stati più ricchi al mondo), ed è presente
in Italia coi suoi due marchi “Esso” e “Mobil”.
Questa multinazionale ha contribuito nel
2000 con oltre un milione di dollari alla campagna elettorale di Bush, acquistando
un forte potere di condizionamento delle politiche dell’amministrazione statunitense.
In materia di ambiente.
E’ stata infatti la Esso a richiedere esplicitamente,
ed ottenere, il rifiuto del governo USA di ratificare il Protocollo di Kyoto, sulla riduzione delle
emissioni nocive che provocano l’effetto serra, così contribuendo ad alimentare
l’inquinamento planetario.
Ed è la Esso, ora, ad appoggiare e condizionare
la politica di espansionismo militare ed economico in Iraq.
Vogliamo quindi, proponendo il boicottaggio degli impianti di distribuzione delle benzine di Esso e Mobil, far pagare a Exxon Mobil il costo delle sue scelte aziendali, che possiamo assumere come simboliche dell’ingiustizia che il modello della globalizzazione capitalista diffonde nel mondo.
Contro chi globalizza guerra e distruzione, sfruttamento
e miseria, opponiamo la globalizzazione della pace e dei diritti.
Per globalizzare la pace,
fai anche tu la cosa giusta:
ogni
euro in meno ai signori della guerra è il granello di sabbia che può fermarli
!
E se vuoi moltiplicare i granelli
di sabbia, boicotta i prodotti
delle multinazionali USA
quando fai la spesa.
Non contribuire coi tuoi
acquisti ad arricchire chi
trae i propri profitti dalle
politiche che affamano e
impoveriscono il mondo,
che alimentano l’ingiustizia
globale, che distruggono
l’ambiente in cui viviamo,
che
appoggiano e condizionano le
scelte dei governi guerrafondai.
c.s.a. MAGAZZINO 47