COOPERATIVA
SOCIALE “PLACIDO RIZZOTTO – LIBERA TERRA”
Via
Canepa, 53 - 90048 San Giuseppe Jato
www.liberaterra.it
– www.cantinacentopassi.it
L’esperienza della Cooperativa Placido Rizzotto
Nel 2001 un gruppo di giovani ha fondato la Cooperativa Placido Rizzotto - Libera Terra grazie al progetto Libera Terra promosso dall'associazione Libera e dalla Prefettura di Palermo: le terre confiscate ai boss mafiosi del corleonese, dopo anni di abbandono, tornarono così ad essere coltivate.
La Cooperativa sociale Placido Rizzotto opera sulle terre del Consorzio di Comuni “Sviluppo e Legalità” ove effettua l'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, creando opportunità occupazionali ispirandosi ai principi della solidarietà e della legalità. Il metodo di coltivazione scelto sin dall'inizio è quello biologico e le produzioni sono tutte artigianali, al fine di garantire la bontà e la qualità dei prodotti che conservano il sapore antico della tradizione siciliana. La Cooperativa aderisce a Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie e al CONAPI, Consorzio nazionale di apicoltori e agricoltori biologici.
Il percorso non è stato semplice e ha visto lo straordinario impegno di soggetti istituzionali, quali la Prefettura di Palermo e il Consorzio Sviluppo e legalità1 oltre all’impegno dell’Associazione Libera. Il Progetto Libera Terra muove i primi passi nel luglio 2001, con la pubblicazione di un bando per la selezione di 15 giovani disoccupati ai fini della costituzione di una cooperativa per la gestione delle terre confiscate.
Il 22 novembre 2001 i 15 giovani selezionati, dopo aver seguito un percorso formativo per 3 mesi (coordinato da Italia Lavoro), costituiscono la Cooperativa sociale Placido Rizzotto – Libera Terra e ricevono così dal Consorzio Sviluppo e Legalità, mediante contratto di comodato d’uso gratuito (stipulato presso la Prefettura di Palermo) 155.54.30 ettari di terreni, (dal 2005 sono poco più di 200 Ha. La cooperativa gestisce provvisoriamente anche 40 ettari di seminativo del comune di Lentini (SR) e 60 Ha del comune di Paceco (TP) confiscati alla mafia e a boss del calibro di Brusca e Riina, siti nel territorio dei Comuni di Corleone, Piana degli Albanesi, San Giuseppe Jato, Monreale e San Cipirello.
Inizia così per i giovani della Cooperativa il lavoro e la coltivazione di quei terreni sino a quel momento lasciati in stato di totale abbandono. Grazie a un contributo di Coopfond (si tratta del fondo per lo sviluppo e la promozione della cooperazione della Lega delle Cooperative) vengono rimessi in marcia i trattori confiscati ad alcuni prestanome di Totò Riina e vengono seminati i primi terreni. L’otto luglio 2001, inizia il raccolto del grano della speranza: a Corleone, nella Valle del Gorgo del Drago, teatro delle battaglie del giovane segretario della Camera del Lavoro, Placido Rizzotto, alla presenza (di alcuni rappresentanti delle istituzioni) del Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, del Sottosegretario del Ministero degli Interni, del Prefetto di Palermo e di tutti sindaci del Consorzio, prende avvio la prima mietitura del grano.
Tuttavia va ricordato un
episodio: nel 2002, in occasione dell'avvio della prima mietitura del
grano sulle terre confiscate a prestanome di Riina, la Cooperativa
non riusciva a trovare una mietitrebbia: nessuno aveva il coraggio di
eseguire i lavori in quelle terre e fare uno “sgarbo” a
Riina. Si rese necessario l’intervento dei Carabinieri della
Compagnia di Corleone per individuare una mietitrebbia ed effettuare
il raccolto.
Una delle criticità più grandi è quella di non poter accedere al credito a fronte dei cospicui investimenti richiesti sui fondi confiscati. Infatti, gli istituti di credito chiedono garanzie, che i giovani disoccupati che hanno costituito la cooperativa non sono in grado di offrire, dato che i beni confiscati, pur avendo un alto valore economico, costituiscono patrimonio indisponibile dello Stato.
Da allora, nonostante le non poche difficoltà, i giovani della Cooperativa continuano a credere ed impegnarsi fortemente nel Progetto Libera Terra.
Il Progetto Libera Terra, intanto, è divenuto un progetto pilota a livello europeo: per il numero di soggetti coinvolti, per le dimensioni economiche, per lo straordinario intervento dello Stato, per la riproducibilità in altri contesti territoriali. Soprattutto intende dimostrare che quanto è stato sottratto alla collettività dalle mafie e dal malaffare può essere restituito e diventare occasione di sviluppo.
Sulle terre confiscate si produce pasta, vino, ceci, lenticchie. Il metodo scelto è quello della coltivazione biologica e si ispira alle tradizionali e storiche scelte colturali dell’entroterra palermitano prevedendo la rotazione quinquennale di grano duro, leguminose da granella (ceci, lenticchie, cicerchie), grano duro, melone o pomodoro, grano duro (si tratta delle colture eseguite ogni anno per 5 anni di seguito). Tutte le colture sono eseguite completamente in asciutto, ovvero senza il ricorso ad acqua irrigua, grazie alla natura argillosa dei terreni.
La zona in cui opera la Cooperativa Placido Rizzotto, quella dell’Alto Belice Corleonese, è particolarmente vocata per la produzione di uva da vino. Tutti i vigneti della cooperativa ricadono nel territorio della D.O.C. di Monreale e (grazie all’aiuto di Slow Food) stanno lentamente tornando produttivi, nonostante le difficoltà tecniche ed economiche legate al loro ripristino.
Attualmente (dal 2003) la cooperativa Placido Rizzotto è impegnata nel recupero di 18 ettari di vigneto reimpiantati con vitigni autoctoni come il Catarratto ed il Grillo per i bianchi e il Nero d’Avola e il Perricone per i rossi, e alloctoni come lo Chardonnay per i bianchi ed il Cabernet Sauvignon, Syrah ed il Merlot per i rossi. Altri 9 ettari coltivati a Catarratto e Trebbiano sono già pienamente produttivi.
La Cooperativa Placido Rizzotto – Libera Terra gestisce inoltre l’agriturismo “Portella della Ginestra” (a novembre 2005 si è concluso l’iter relativo all’ottenimento di tutte le autorizzazioni necessarie) e il Centro Ippico “Giuseppe Di Matteo”, due strutture confiscate a Bernardo Brusca e ristrutturate grazie all’intervento del PON Sicurezza del Ministero degli Interni.
Il carattere distintivo dell’attività sociale della cooperativa è rappresentato dall’inserimento lavorativo di ragazzi diversamente abili che, altrimenti, difficilmente troverebbero un impiego in una realtà economicamente depressa come quella dell’Alto Belice-Corleonese. L’attività svolta dalla Cooperativa è di notevole complessità e richiede pertanto un impegno e il supporto di tutta la compagine sociale.
Da sempre la Cooperativa ha partecipato alle iniziative promosse dall’associazione Libera, dal Consorzio Sviluppo e legalità, dalla Lega delle Cooperative e da altre associazioni e istituzioni. La Cooperativa ha inoltre collaborato con la Federazione Nazionale delle Associazioni Auser di Volontariato per la realizzazione di una campagna a sostegno del Filo d’Argento, un servizio di assistenza domiciliare gratuita agli anziani.
- Dal grano biologico raccolto dalla Cooperativa Placido Rizzotto sono stati prodotti circa 3.000 quintali di pasta, per un totale di 850.000 confezioni vendute. Per far fronte alle crescenti richieste di mercato, sono stati sottoscritti accordi di produzione con alcuni agricoltori biologici.
- I vigneti producono complessivamente circa 1.050 quintali di uva tra Cataratto, Trebbiano e Nero d’Avola proveniente dai nuovi impianti (sono nuovi vigneti confiscati?). Tutte le uve sono state conferite alla Cantina sociale Alto-Belice di cui la stessa Cooperativa è socia.
Nel 2007 sono state commercializzate circa 100.000 bottiglie di “Placido Rizzotto Bianco ‘06” , vino bianco prodotto con uve di Catarratto , e 25.000 di “Placido Rizzotto Rosso ‘06” presto andate esaurite.
La Cooperativa prevede inoltre di vinificare le uve rosse provenienti dai nuovi impianti presso la cantina in fase di realizzazione su un terreno confiscato a San Cipirello. La nuova cantina si chiama “Centopassi”, la linea vini Placido Rizzotto. Placido Rizzotto Rosso e Placido Rizzotto Bianco, i primi due prodotti Centopassi , sono stati presentati il 20 aprile 2007 a Portella della Ginestra in un evento dedicato alla stampa.
Si è raccontato come nasce
Centopassi e come si è scelto di battezzare così
l’azienda; come è nata l’etichetta dell’edizione
dedicata, e il progetto proposto da Don Ciotti per questo vino; il
percorso che ha portato a definire Centopassi, tutto il
progetto vino delle cooperative e le ambizioni sulla distribuzione
all’estero dei vini. Il
3 aprile a Verona, Centopassi esordisce a Vinitaly 08, al padiglione
Sicilia grazie alla collaborazione con L'IRVV e insieme al Consorzio
Sviluppo e Legalità. Per il 2008 la cantina Centopassi
presenta tre vini, i due degli anni passati più un nuovo
“Placido Rizzotto Catarratto ‘07”, per un totale di
circa 190.000 bottiglie.
Ottimo il riscontro , nei giorni del
Vinitaly, dei media, degli operatori e degli appassionati di vino,
chiudendo anche un primo accordo di esportazione all'estero,
nell'area di New York, USA.
Nella Cooperativa lavora un numero variabile di braccianti, a seconda dell’impegno in produzione sui campi si arriva a una decina di lavoratori stagionali, oltre agli undici soci lavoratori, ai volontari e ai dipendenti.
1 Il Consorzio Sviluppo e Legalità oggi include i Comuni di Altofonte, Camporeale, Corleone, Monreale, Piana degli Albanesi, Roccamena, San Cipirello, San Giuseppe Jato.